Raspberry PI
Tradotto significa lampone ma sembra che in alcuni contesti la traduzione possa essere interpretata anche “pernacchia”.
Un nome per comunicare qualcosa di appetibile, o diversamente, uno sfottò ?
Un computer da 35 dollari completo di lan, scheda video e uscita hdmi (niente monitor!! Vi basta una tv), a mio avviso rappresenta oltre che un notevole passo avanti nella diffusione dell’informatica, anche una sonora pernacchia ai fratelli maggiori che seppur molto performanti sono un impegno economico non indifferente per la maggior parte degli utenti.
Dal 2012, dalla prima versione di Raspberry, abbiamo assistito alla rivoluzione del mondo dei maker o se più vi piace dello IOT (Internet of Things) e sebbene già In precedenza con la piattaforma Arduino si fossero risvegliati gli istinti creativi di mezzo mondo, dalla Raspberry in poi è una vera e propria rivoluzione.
In effetti una piattaforma semplice da usare, opensourse (basata su OS linux) che grazie all’informatica mettesse in relazione il mondo digitale con quello reale ci mancava proprio e ora che finalmente c’è il popolo dei maker avanza inarrestabile proponendoci creazioni a volte strambe ma spesso molto utili.
Volete un esempio ?
Cronotermostati intelligenti amministrabili via app a costi ridicoli rispetto a quelli esistenti sul mercato, installazioni multimediali, domotica, robotica e chi più ne ha più ne metta e se non bastasse media center, stazioni ludiche e personal computer indossabili !
Ma Raspberry non è solo hardware ma anche community visto l’enorme popolo di utilizzatori e sviluppatori che sperimenta e condivide tutte le esperienze maturate.
Questo 2015 ha visto l’introduzione della Raspberry 2 dotata di maggior potenza ed espandibilità, un gb di ram e ben 4 porte USB con possibilità di alimentazione per la scheda e altri piccoli miglioramenti.